Assicurazioni

Rischi climatici e coperture assicurative: quale futuro?

I cambiamenti climatici comportano rischi fisici, cioè rischi di danni materiali, alle strutture e agli individui colpiti da eventi naturali avversi: questi possono essere eventi meteorologici estremi come tornado, uragani, alluvioni, ondate di calore e di freddo, incendi e siccità o eventi cronici, come scarsità d’acqua, perdita di produttività dei suoli, variazione delle temperature medie.

L’uomo esercita un’influenza crescente sul clima e sulla temperatura terrestre, mediante azioni mirate all’abbattimento indiscriminato delle foreste, all’allevamento intensivo di bestiame, ad attività che prevedono l’impiego di combustibili fossili da cui scaturisce il rilascio di notevoli concentrazioni di gas serra, quali anidride carbonica, metano, ossido di azoto e altri gas.

Allo stesso modo le emissioni di gas serra provenienti dalla gestione dei rifiuti domestici e industriali contribuiscono all’incremento del riscaldamento terrestre, anche data la concreta difficoltà dell’ambiente a processare efficacemente i materiali di scarto.

Il riscaldamento globale implica pertanto svariati effetti sugli ecosistemi e di conseguenza sulle popolazioni umane determinando lo scioglimento della crosta terrestre e pertanto l’innalzamento del livello dei mari con ripercussioni persino di erosione lungo le regioni costiere.

L’inarrestabile mutamento climatico, potenzialmente irreversibile, provoca dissesti idrogeologici dovuti ad eventi alluvionali, frane, inondazioni e cicloni catastrofici, di portata via via maggiore e resi visibili anche a regioni geografiche un tempo non interessate, o raramente coinvolte da simili avvenimenti. Le soffocanti ondate di calore, che sempre più frequentemente affliggono le aree urbane, la deforestazione, i prolungati periodi di siccità spesso seguiti da piogge torrenziali, le piogge acide, gli incendi, con pesanti ricadute sulla biomassa boschiva, si traducono in gravi pregiudizi ed ingenti perdite economiche.

Tutti questi cambiamenti climatici se da un lato richiedono soluzioni volte a evitare ulteriori insostenibili incrementi di concentrazioni di agenti inquinanti, dall’altro impongono di accrescere la capacità di resilienza allo scopo di arginare i fenomeni innescati da un ambiente naturale ormai, per molti versi, inevitabilmente compromesso.

Per tale motivo, soggetti quali operatori economici (imprese, consumatori, risparmiatori e intermediari finanziari), comunità locali, governi ed organismi internazionali hanno deciso di intraprendere molteplici azioni di mitigazione e parallelamente di attuare nuove forme di gestione dei rischi per le quali un ruolo di spicco viene svolto dall’industria assicurativa attraverso la progettazione e l’offerta di servizi innovativi.

Il settore assicurativo risulta doppiamente esposto a rischi derivanti dal cambiamento climatico ma, al contempo, può approfittare delle opportunità connesse ad una corretta “transizione”.

Da un lato infatti le compagnie assicurative e riassicurative devono far fronte a maggiori sinistri causati dalle condizioni climatiche avverse, ma allo stesso tempo sono in una posizione privilegiata per poter essere parte della soluzione. In primo luogo, possono scegliere quali società e progetti assicurare, in secondo luogo possono influenzare il cambiamento attraverso il puro e semplice peso dei loro investimenti, limitando al contempo la loro esposizione al rischio climatico nel processo.

Secondo diversi studi negli ultimi 20 anni si è verificato un aumento del 151% delle perdite economiche dirette causate dalle catastrofi legate al clima, pertanto è necessario incentivare la resilienza ovunque, ma, in modo più attento, laddove il tessuto socio economico di un territorio risulti particolarmente fragile ed esposto.

Che cosa può fare quindi il settore assicurativo per aumentare la resilienza?

La costruzione della resilienza prefigura per le nazioni e i governi un aspetto prioritario di risposta agli impatti negativi dei mutamenti climatici, con esiti che inducono a riconoscere la rilevanza del trasferimento del rischio verso l’industria assicurativa,il cui mandato sociale consiste appunto nell’elaborazione di soluzioni atte ad eliminare, o quantomeno attenuare, le conseguenze di accadimenti rovinosi.

Si ritiene, infatti, che laddove la copertura assicurativa sia più diffusa gli impatti economico finanziari derivanti da eventi estremi risultino più facilmente gestibili.

Possiamo riassumere le azioni svolte dalle imprese di assicurazione per affrontare e superare un evento traumatico dovuto a cambiamenti climatici in tre punti principali:

1) I meccanismi assicurativi possono fornire una compensazione finanziaria in caso di gravi perdite dovute ai disastri naturali, in modo che le vittime possano recuperare più velocemente, minimizzando l’impatto;

2) le compagnie assicurative possono svolgere un ruolo importante nella valutazione del rischio, segnalando le criticità, tramite premi franchigie e pagamenti. Anche in questo modo, infatti, coloro che sono esposti al rischio possono accrescere la loro consapevolezza;

3) la gestione del rischio può migliorare tramite incentivi o requisiti, promuovendo gli assicurati che si adoperano in azioni di adattamento (ad esempio: messa in sicurezza del tetto di casa, degli infissi, cura degli spazi verdi, argini eccetera) o, al contrario, abbassando il risarcimento in caso di assenza di misure di manutenzione.

Un ruolo fondamentale viene inoltre svolto dalla scienza.

Per un’efficace gestione del rischio infatti i dati meteo-climatici sono essenziali: sia quelli storici per una corretta valutazione territoriale dei rischi in base agli accadimenti passati, sia quelli di previsione in caso di eventi meteo intensi in arrivo (ragionando in un’ottica di previsione prevenzione del rischio tramite una tempestiva comunicazione di allertamento all’assicurato).

Attualmente per la valutazione del rischio, la maggior parte delle compagnie di assicurazione si basano sui dati storici statistici come strumento disottoscrizione e di pricing. Tuttavia con la repentina tendenza al riscaldamento globale di questi ultimi decenni, e più in generale con il cambiamento climatico le medie storiche, stanno cominciando a perdere efficacia. Il continuo aggiornamento dei dati diventa indispensabile per far sì che il rapporto tra il settore assicurativo e il settore scientifico meteo-climatico diventi davvero risolutore, e comprendere cosa rende l’assicurazione più performante è utile per guidare l’azione di adattamento.

Il trasferimento del rischio sul mercato assicurativo ha perciò lo scopo di offrire apposite forme di protezione a tutte le realtà imprenditoriali especie a coloro che assumono atteggiamenti di tipo pro-attivo, più che difensivo, di fronte a potenziali eventi catastrofali.

Quindi per le aziende attente ai rischi, le coperture assicurative vengono strutturate sulla base di analisi capillari e rigorose, capaci di misurare la resilienza e individuare le più efficaci strategie di mitigazione.

È proprio in questo ambito che il risk manager estrinseca il proprio ruolo.

Saper coniugare i flussi informativi conil contesto economico, con le trame dettate dall’incertezza e con ilquadro normativo di riferimento è di vitale importanza prima di suggerire soluzioni adeguate alla performance aziendale richiesta dal mercato. In tal senso il risk Management assicurativo ha la funzione di tutelare le società dai potenziali danni diretti o indiretti e, nel contempo, ha la responsabilità di scongiurare gli esiti lesivi nei confronti della compagnia che rappresenta.

Pertanto, fare il risk management assicurativo significa saper conciliare le esigenze di stabilità finanziaria ed economica con gli effetti degli eventi climatici estremi, per consentire al mondo imprenditoriale di compiere scelte consapevoli e governare al meglio i rischi connessi alla conduzione del proprio business.

Allo stesso tempo sarebbe auspicabile Il coinvolgimento di una risk partnership tra settore pubblico e privato per aumentare la domanda di polizze assicurative contro i disastri naturali, ad oggi troppo esigua e frammentaria.

Ciò anche allo scopo di svincolare i governi, le aziende e la popolazione dall’accollo di elevati oneri economici. In sostanza si tratterebbe di massimizzare la diffusione di polizze assicurative per agevolare un’equa e tempestiva distribuzione di indennizzi, nonché un’attenta distribuzione dei costi.

Per concludere, la sfida contro il cambiamento climatico e la più grande sfida di tutti i tempi e siamo costretti ad affrontarla. La corretta gestione del rischio è fondamentale in un’ottica di responsabilità, prevenzione e resilienza, ma anche in termini di mitigazione delle emissioni di CO2.

Il settore assicurativo può agire come capofila nelle azioni di adattamento e potrebbe fare la differenza, sostenuti da cittadini sempre più consapevoli.

Del resto gli impatti del cambiamento climatico non sono limitati nel tempo e neanche nello spazio. Le inondazioni, la siccità, le ondate di caldo, gli incendi e le tempeste senza precedenti che abbiamo visto negli ultimi anni sono il volto del riscaldamento globale e questo rischio,non futuro, ma presente, va gestito subito al meglio delle nostre possibilità.

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